Letture
Grazia. Infinito che dischiude Leggendo Alessandra Cislaghi L’incontro con la preghiera, spesso avviene per l’essere umano da un luogo di disperazione, dubbio o sofferenza. La condizione umana si presenta in tutta la sua drammaticità e tragicità, l’uomo si sente esposto a tutti i mali usciti dal vaso di Pandora, cacciato dal Paradiso. |
Il singolo si sente come se Dio avesse distolto da lui il suo sguardo sdegnato, ma al tempo stesso lui, semplice uomo, non sapesse quale sia il motivo dello sdegno di Dio e quale sua azione sia da correggere per tornare in armonia con il divino.
L’assenza dello sguardo protettivo lascia il singolo nel suo sentire di angoscia e totale esposizione ai mali della vita. Proprio in momenti come questo può accadere l’incontro più autentico con la preghiera come pura invocazione (Abbà), proprio nella condizione umana sperimentata come abbandono.
L’angoscia, che chiude in un mondo cupo la percezione, può essere trasformata in virtù del rivolgersi a Dio come Padre, come siamo stati invitati a fare da Gesù. Possiamo sperimentare l’evento della grazia che in forza della Parola di Dio apre l’oscura totalità del dubbio, dell’angoscia, della disperazione, dell’indifferenza e ci resuscita alla nostra autentica condizione di Figli di Dio, amati ed amanti.
Siamo adesso nuovamente capaci, con ogni nostro respiro, di dire nella nostra interiorità Sì a Dio (Fiat!) così ricollocati sul solido terreno della fede, fiducia cosmica e fede in Dio. Allora la Parola di Dio si rivela come grazia, ovvero come l’Infinto stesso che viene a visitarci in uno dei suoi modi, liberandoci dalle nostre chiusure e dal ripiegamento che ci aveva impedito l’accesso alla vita intra-trinitaria.
La grazia può essere esperita come evento che dischiude, Infinito che dischiude, e che ridona gioia rallegrandoci per la buona notizia di essere per Dio come figli, la buona notizia di essere Figli di Dio.
La metafora della luce può dirci qualcosa sulla nostra interiorità; quest’ultima può essere figurata come una stanza, una soffitta che in certi momenti può essere scura e polverosa. Aprendo il lucernario della soffitta facciamo entrare aria fresca e luce, la grazia del respiro e della Parola. Il Nous, il cuore del Cuore, il terzo occhio che percepisce oltre il sensibile e l’intellegibile la Presenza di Dio, recependo l’energia luminosa divina la diffonde in tutto il nostro essere: spirito, anima, corpo. Ecco che torniamo a brillare della grazia divina liberi dal dubbio, dalla disperazione e dalle nostre disgrazie, rigenerati dal potere del chiasma del respiro e della parola luminosa che dona amore.
Per approfondire:
Alessandra Cislaghi, L’invenzione della grazia. Sulle tracce di un’idea splendida, Sesto San Giovanni, Mimesis, 2018.
Maciej Bielawski, Sguardo contemplativo. Saggio su Pietro Damasceno autore filocalico, Verona, Unidea, 2014.
Raimon Panikkar, La gioia pasquale, la presenza di Dio e Maria, Milano, Jaca Book, 2007.
Raimon Panikkar, La pienezza dell’uomo. Una cristofania, Milano, Jaca Book, 2003.
Multiverso.Letture - Alessandra Cislaghi "L'invenzione della grazia" - YouTube
(Lapo Chittaro)
L’assenza dello sguardo protettivo lascia il singolo nel suo sentire di angoscia e totale esposizione ai mali della vita. Proprio in momenti come questo può accadere l’incontro più autentico con la preghiera come pura invocazione (Abbà), proprio nella condizione umana sperimentata come abbandono.
L’angoscia, che chiude in un mondo cupo la percezione, può essere trasformata in virtù del rivolgersi a Dio come Padre, come siamo stati invitati a fare da Gesù. Possiamo sperimentare l’evento della grazia che in forza della Parola di Dio apre l’oscura totalità del dubbio, dell’angoscia, della disperazione, dell’indifferenza e ci resuscita alla nostra autentica condizione di Figli di Dio, amati ed amanti.
Siamo adesso nuovamente capaci, con ogni nostro respiro, di dire nella nostra interiorità Sì a Dio (Fiat!) così ricollocati sul solido terreno della fede, fiducia cosmica e fede in Dio. Allora la Parola di Dio si rivela come grazia, ovvero come l’Infinto stesso che viene a visitarci in uno dei suoi modi, liberandoci dalle nostre chiusure e dal ripiegamento che ci aveva impedito l’accesso alla vita intra-trinitaria.
La grazia può essere esperita come evento che dischiude, Infinito che dischiude, e che ridona gioia rallegrandoci per la buona notizia di essere per Dio come figli, la buona notizia di essere Figli di Dio.
La metafora della luce può dirci qualcosa sulla nostra interiorità; quest’ultima può essere figurata come una stanza, una soffitta che in certi momenti può essere scura e polverosa. Aprendo il lucernario della soffitta facciamo entrare aria fresca e luce, la grazia del respiro e della Parola. Il Nous, il cuore del Cuore, il terzo occhio che percepisce oltre il sensibile e l’intellegibile la Presenza di Dio, recependo l’energia luminosa divina la diffonde in tutto il nostro essere: spirito, anima, corpo. Ecco che torniamo a brillare della grazia divina liberi dal dubbio, dalla disperazione e dalle nostre disgrazie, rigenerati dal potere del chiasma del respiro e della parola luminosa che dona amore.
Per approfondire:
Alessandra Cislaghi, L’invenzione della grazia. Sulle tracce di un’idea splendida, Sesto San Giovanni, Mimesis, 2018.
Maciej Bielawski, Sguardo contemplativo. Saggio su Pietro Damasceno autore filocalico, Verona, Unidea, 2014.
Raimon Panikkar, La gioia pasquale, la presenza di Dio e Maria, Milano, Jaca Book, 2007.
Raimon Panikkar, La pienezza dell’uomo. Una cristofania, Milano, Jaca Book, 2003.
Multiverso.Letture - Alessandra Cislaghi "L'invenzione della grazia" - YouTube
(Lapo Chittaro)