Letture
Koan e calligrafia La scheda di lettura dell’editrice Ubaldini ci informa che “La Raccolta della Roccia Blu è l’opera più venerata della tradizione buddhista zen, in quanto ci rivela che cos’è l’illuminazione, la vita illuminata, e come i patriarchi e i maestri del passato si sforzavano di raggiungerla, la ottenevano, la realizzavano e la praticavano. A mio avviso invece non giova leggere il testo con questo spirito; piuttosto mi limiterei ad affermare che Yuan Wu riesce a costruire un’esperienza di pratica in grado di comunicare l’essenza del ch’an. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Vincenzo Catena e l'arte di ascoltare con gli occhi. Il dipinto di Vincenzo Catena si intitola Visione di Santa Cristina: non sappiamo quale visione precisamente ella ebbe ma seguiamo la direzione degli occhi della santa che tiene lo sguardo diritto dinanzi a sé, proprio dove ci sono le montagne di colori ineffabili che il maestro poteva aver appreso solo dalla assidua frequentazione di Giovanni Bellini. Ma ciò che la santa vede lo vede con gli occhi della mente: ha direttamente questa visione del Cristo in gloria, avvolto in un manto violetto. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Verso Tiziano (1488-1576) passando da Moroni (1521-1580)
Insomma Tiziano non dipinge infatti quasi mai alla prima, ma proprio per questo i primi strati sono segnati da un grande impeto, senza preoccupazione per i contorni o il disegno, così gli impasti fluiscono in modo libero e le pennellate scoccano spontanee: si racconta che arrivò perfino, in certi casi, a stendere il colore direttamente con le dita. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Vivere con gli elementi. Per una liturgia terrestre.
I nostri atti più quotidiani possono divenire porte per entrare in comunione autentica con la Terra. La parola liturgia, che ricorrerà spesso nelle prossime righe, letteralmente vuol dire “azione comune”. L’invito è a tornare a vivere insieme agli elementi. Vi invito ad una preghiera comune di corpi ed elementi. (leggi tutto il testo di Lapo Chittaro) |
William Turner o del Sublime Ho iniziato a scrivere su Meditatio proprio a gennaio di questo anno, in occasione della mostra a Venaria Reale di Constable, così assume per me un particolare significato congedarmi da questo anno proprio in occasione della mostra di Turner nel medesimo luogo. (leggi tutto il testo di Sergio Gandini) |
Nella tradizione buddhista si è molto approfondita la pratica della consapevolezza del respiro. In un importante sutra (insegnamento del Buddha), valorizzato soprattutto nelle scuole zen di questa tradizione, L’Anapanasati Sutta (Il discorso sulla piena consapevolezza del respiro) si descrive il processo meditativo e lo si fa iniziare e ruotare intorno, potremmo dire, proprio alla consapevolezza del respiro. (leggi tutto il testo di Lapo Chittaro) |
Raimon Panikkar cercha di evocare l'esperienza della realtà dell'eternità e del tempo nelle sue opere. La tempiternità è un accadere ritmico dell’eternità nel tempo. Dal punto di vista divino incarnatio continua, da punto di vista cosmico creatio continua, dal punto di vista umano resurretio continua. (leggi tutto il testo di Lapo Chittaro) |
La grazia può essere esperita come evento che dischiude, Infinito che dischiude, e che ridona gioia rallegrandoci per la buona notizia di essere per Dio come figli, la buona notizia di essere Figli di Dio. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
Assistere al concerto mi ha dato la possibilità di esercitare, accanto al sentire, il vedere. Per vedere davvero occorre tempo e insieme distacco; prima avevo esaminato gli affreschi con lentezza sufficiente, soffermandomi su quelli che più colpivano la mia attenzione. Ora, seduto al mio posto, mentre sono intento soprattutto ad ascoltare la mente inizia a vedere davvero; non esamina più un particolare, il soggetto di un affresco piuttosto che quello di un altro, ma si lascia avvolgere dall’impressione complessiva dell’ambiente sonoro e visivo nel quale sono immerso.
(Leggi tutto il testo di Sergio Gandini) |
Il cuore spesso, se si decide di raffigurarlo in immagine, viene associato a luoghi raccolti, chiusi. Il cuore può essere una grotta, luogo chiuso per eccellenza, luogo del raccoglimento ascetico. Il raccoglimento e la custodia sono momenti essenziali della vita di preghiera, rimandano ad un movimento centripeto e centrifugo: si va verso il centro, si va verso le nostre profondità, i nostri abissi; si scaccia ciò che distrae e ciò che disperde l’attenzione. Questo il momento negativo della dedizione alla preghiera che dà una forma, un contenitore; ma riguardo al contenuto, quale nettare versare nel nostro recipiente? (leggi tutto il testo di Lapo Chittaro) |
“Essere corpo” in contrapposizione alla visione comune di “avere un corpo”, attraverso un semplice gioco di parole e lo scambio di un ausiliare, invita chi legge a rivalutare completamente il ruolo generalmente attribuito al proprio corpo, alle sue emozioni e al suo sentire che ci abitano e che ci rivelano molte più informazioni di quante possiamo immaginare. (leggi tutto il saggio di Antonietta Fusco) |
Vorrei prestare attenzione al contributo intellettuale di Hartmut Rosa che intorno al concetto di risonanza ha sviluppato una riflessione sociologica che in Italia possiamo conoscere in parte grazie alla pubblicazione di un dialogo con Wolfgang Endres che indaga la possibile applicazione in ambito pedagogico del paradigma della risonanza. Rosa fornendoci questa metafora musicale ci permette di pensare il tema dell’incontro con un linguaggio capace di evocare le dinamiche invisibili che hanno luogo nell’incontro. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
"La fuga in Egitto" di Vittore Carpaccio è una tempera su tavola, di dimensioni ridotte 73×111cm rispetto ai grandi teleri di San Giorgio. Il tema, in effetti, non è tra quelli solitamente preferiti per un formato così grande: compare perlopiù nei termini di predella, cioè come tavoletta rettangolare, spesso dipinta a più riquadri, che corre lungo la base di un polittico o di una pala d'altare.
(leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Incontro come riconoscimento L’incontro tra volti per mezzo dello sguardo tattile si definisce in modo nuovo grazie al contributo di pensiero di Luce Irigaray. Nel capitolo 11 del testo Nascere. Genesi di un nuovo essere umano viene proposto un modo di conoscere il mondo ed entrare in relazione con i suoi enti viventi originale, questo modo di relazione conoscitiva viene denominato riconoscimento. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
Padre Cronio ovvero le Scritture come traccia interiore. Era tipico dei Padri del Deserto conoscere a memoria buona parte delle Scritture, recitarle, ruminarle. Esse costituivano il faro della loro vita interiore e il traguardo a cui puntare nella loro ricerca individuale e solitaria nonché strumento di lotta contro gli assalti del male. Riportare stralci delle Scritture, fedelmente o allusivamente, diventa il modo consueto di meditare questi testi sacri. Ma spesso l’esegesi diventa difficile laddove il fatto storico riportato nasconda un insegnamento spirituale che non necessariamente si può rivelare a tutti. (leggi tutto il saggio di Annunziata Candida Fusco) |
Lo sguardo d’amore è capace di aprire una breccia nel mondo della schermatura quotidiana, della dimenticanza, dell’inautenticità, dell’impersonalità anonima resuscitandoci all’esperienza della Vita; è uno dei modi dell’infinità della Vita di farsi presente rigenerandoci come Tu. Lo sguardo dell’altro, come candela piegata, con la sua fiammella riaccende la nostra candela e il volto torna a brillare. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
“Pensieri erranti” sono riflessioni sparse su autori e di autori che hanno fatto della loro vita un’occasione di ricerca proprio nel luogo e nelle scarpe che la Vita ha dato loro di vivere. Un pensiero errante al mese; da meditare o soltanto da leggere; per riflettere e far riflettere; per tenersi in connessione senza entrare in contatto.
(scarica il pdf e leggi tutti i Pensieri erranti composti da Annunziata Candida Fusco) |
Masaccio, uno dei più geniali interpreti del Rinascimento italiano, testimonia la fondazione di una nuova modalità di vedere, che si propone un’altra rappresentazione e che assume la prospettiva come strumento al servizio di questa rivoluzione. Ma nel fare di un singolo artista, come nell’agire di ogni essere umano, convivono sempre anime e tensioni differenti, verrebbe da dire bipolari: proprio questo è ciò che possiamo vedere in questa Crocefissione di Masaccio, l’elemento della tradizione che permane accanto alle nuove ricerche rappresentative. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
L’invito a mettersi in cammino di Hermann Hesse è soprattutto un invito a prendere le distanze dalle cose quotidiane, abbandonare il familiare. Quando diventiamo viandanti con Hesse la distanza dalle cose terrestri cambia, le cose non sono più nella vicinanza familiare bensì nell’azzurra lontananza. Questa l’utopia riguardo al camminare, rincantare il mondo in un’azzurra lontananza. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
Guardando le tavole di Bosch si comincia a dubitare delle circostanze temporali: ci troviamo nel profondo medioevo oppure in qualche futuro distopico? Eppure leggete il saggio che accompagna questa mostra e soprattutto meditate sulla sua tesi di fondo: davvero il Rinascimento fu solamente e principalmente ciò che siamo abituati a pensarne? L’Uomo al centro dell’Universo: per fare un’affermazione così perentoria bisogna almeno essere certi che esista un tale centro. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Il cammino di Henry David Thoreau è un porsi in tensione creativa con il paesaggio selvatico. La grezza materia spirituale del selvatico attiva una dinamica di rigenerazione del soggetto che si immerge nel suo campo. Il soggetto si immerge, ad ogni passo lascia sempre più andare la sua appartenenza al domestico e alla città. Dimenticandosi delle sue identificazioni e delle sue appartenenze per essere natura nella natura, un fluire della natura in sé stessa. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
Il procedere nel paesaggio si fa immersione nel paesaggio, non sono nemmeno più cittadino. Tra un passo e l’altro sono caduti i miei diritti e i miei doveri, non ne so nulla, non so più molte cose. (leggi tutto il testo di Lapo Chittaro) |
All’inizio di quest’anno ho avuto la fortuna di visitare la grande mostra allestita alla Reggia di Venaria Reale nei pressi di Torino “John Constable. Paesaggi dell’anima”. Subito all’inizio uno dei pannelli espositivi che accompagnano questa mostra davvero curata e allestita in modo sapiente, ci avverte: “contemplation. The action of looking thoughtfully at something for a long time” (contemplazione. Il guardare assorto qualcosa per lungo tempo). (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Mi piace pensare che Kant sia morto veramente in pace, sciolto da quella contraddizione che la sua brillante ragione non fu capace di sciogliere, liberato da Qualcosa che sta oltre ciò che la nostra immaginazione umana sarebbe in grado di immaginare. E che infine, in quel supremo istante, questo Qualcosa abbia fatto dono a Kant stesso di aprire la sua mente e di accompagnarlo alla Quiete suprema. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Quando mediti sii come una montagna Che immobile rimane nel silenzio. I suoi pensieri sono radicati nell’eternità. Non fai nulla, stai seduto, sii, E conoscerai i frutti della meditazione. (leggi tutto il testo) |
Il pregare sia forse l’atto primario per divenire un essere umano autentico. Se ci troviamo nella condizione di creature sofferenti l’entrare in stato di preghiera, in stato di creazione, può elevarci ad esseri partecipanti all’avventura della creazione e renderci capaci di trasformare le condizioni di sofferenza in cui ci troviamo a vivere. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
Il noto detto cinese “dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita” è la guida nel passaggio dall’opera d’arte all’arte di vivere. Da spettatori d’arte siete invitati a divenire praticanti di esercizi spirituali. Le nostre guide saranno Pierre Hadot e Thich Nhat Hanh. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
Possiamo ancora chiedere all’arte di elevarci? Forse è da tempo che ci invita ad allenare le ali. La contemplazione artistica come apertura alla verticalità e culminante nella contemplazione religiosa, nella meditazione, nella preghiera ha senso per noi? Possiamo abitare la creazione che continuamente avviene? (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
Prima però rivolgo al lettore una semplice domanda: è possibile leggere un romanzo in una prospettiva meditativa? Esistono testi scritti appositamente per la meditazione, che si riferiscono a una precisa tradizione religiosa e che possono essere utilizzati correttamente in tal senso. In senso più lato però si potrebbe affermare che ogni testo di spessore può essere letto in una prospettiva spirituale e diventare indirettamente un ausilio e un invito al lavoro del meditante. L’esperimento che vorrei tentare ora con Il sosia di F.M. Dostoevskij parte dalla ammissione implicita di queste premesse e tuttavia vorrei spingermi ancora oltre: vorrei sostenere che passando da una prospettiva ingenuamente realistica a quella che assume questo preciso testo in chiave meditativa è possibile intuirne i significati più profondi. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Mi è stato chiesto di studiare che cosa si dice nella Bibbia a proposito della meditazione. La prima sorpresa è stata nello scoprire un cerchio: la Bibbia è materia di meditazione ma è pure un libro che provoca e stimola la meditazione! Si trova già nel libro stesso la forma del meditare e non soltanto la materia. Si impara come leggere bene, con profitto, il libro. (leggi tutto il saggio di Benoit Standaert) |
Ciò che stupisce del metodo di Ajahn Chah, e che riecheggia in tutte le testimonianze di chi lo ha conosciuto, è l’estrema praticità e la capacità di andare al cuore di insegnamenti teorici di grandissimo rilievo senza appesantire il praticante, laico o monaco che fosse. Aveva lui stesso sperimentato la difficoltà e l’importanza dello studio teorico eppure aveva scelto di non stare troppo nella teoria, ma di sminuzzarla e sbriciolarla per trasmetterne l’essenza, lasciando agli studiosi il loro farraginoso mestiere. (leggi tutto il saggio di Annunziata Candida Fusco) |
“Nel presente studio mi propongo di ricostruire, attraverso le sue varie fasi, la base su cui si formò in Occidente una parola tedesca: il concetto di armonia universale racchiuso nel termine Stimmung. A tale scopo occorre rifare la storia di tutto un «campo semantico», nei suoi sviluppi in epoche e letterature diverse… poi, esaminare il nucleo semantico e le sfumature di ordine sentimentale con le relative variazioni e fluttuazioni” . Difficile pensare a definire con maggior chiarezza un compito così ambizioso; il punto è che, sorprendentemente, Leo Spitzer vi mantiene fede, con eleganza estrema e ricorrendo a una miniera inesauribile di informazioni storiografiche e filosofiche cui continua ad attingere senza lasciare al lettore quasi un attimo di respiro. (leggi tutto ilsaggio di Sergio Gandini) |
.
Per Byung-Chul Han contemplare vuol dire soffermarsi, abbandonare la postura del lavoratore a favore del riposo dell’artista che contempla il mondo e ne coglie le sfumature sottili, invisibili allo sguardo dell’uomo affaccendato nella cura della vita di tutti i giorni. Questa è quella che potremmo chiamare contemplazione artistica del mondo. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
Secondo Byung-Chul Han l’attenzione profonda è la qualità di apertura al mondo propria della vita contemplativa, ‘’in quanto tecnica culturale, si costruisce proprio a partire dalle pratiche rituali e religiose. Non è un caso che la parola religione derivi da relegere, prendere nota. Ogni pratica religiosa è un esercizio d’attenzione, e il tempio è un luogo di profonda attenzione’’. Ecco che il rito costituisce quella struttura temporale in cui l’attenzione, per così dire, può essere allevata e cresciuta in modo che diventi profonda e aperta ad un senso profondo e vibrante della vita. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
Śiva e Dionisio: La religione della Natura e dell’Eros. Dalla preistoria all’avvenire di Alain Daniélou che propongo è di agevole lettura, poiché lo studioso è anche un grande affabulatore in grado di narrare miti antichissimi in una prosa limpida. Perciò si arriva senza nessuna particolare difficoltà né stanchezza alle ultime righe del libro e volentieri lo si rileggerebbe da capo, d’un fiato mentre, a questo punto, varrebbe davvero la pena di fermarsi e di iniziare a raccogliere alcuni degli stimoli ideali e delle provocazioni seminate dallo studioso in modo quasi nascosto nella sua scintillante prosa. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Byung- Chul Han sembra proporre una libertà dalle emozioni (l’antica apatheia o atarassia) attraverso la coltivazione dei sentimenti e degli stati d’animo duraturi. Questi sono legati ad una coltivazione dell’interiorità e ad un’economia dell’attenzione diversa dall’iperattezione del multitasking diffusa e superficiale, ovvero ad un’attenzione profonda frutto della coltivazione della capacità contemplativa. (leggi tutto il saggio di Lapo Chittaro) |
L'Apophthegmata Patrum è il titolo tradizionalmente dato a diverse collezioni di Detti dei Padri del Deserto. Si tratta originariamente di letteratura orale poiché questi detti furono tramandati da monaco a monaco, e solo successivamente trascritti, approssimativamente verso il V secolo d.C., alcuni in lingua copta, all’interno della quale occorrerebbe distinguere tra almeno tre dialetti differenti, altri in greco o altre lingue ancora. Sinteticamente si può dire che questi scritti contengono storie di saggezza che descrivono le pratiche spirituali e le esperienze dei primi eremiti che vissero nel deserto. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Tucidide, Guerra del Pelopnneso
In questi momenti in cui la guerra reale torna proprio in Europa è facile cadere nello sconforto e nella prostrazione. Come possiamo invece alimentare semi positivi di consapevolezza? Questa è la domanda che il meditante deve avere sempre fissa davanti a sé, come la sua autentica aspirazione, nelle difficoltà sia della propria vita personale sia in quelle delle contingenze storiche in cui si trova a esistere. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
La morte del monaco buddhista vietnamita Thich Nhat Hanh avvenuta lo scorso 21 gennaio e l’improvviso scoppio della guerra Russia – Ucraina del 24 febbraio mi hanno portato a rivalutare la modalità di presentazione di questo breve contributo cui stavo pensando all’esito del primo evento sopra citato. Rileggendo il testo che qui propongo, mi sono accorta dell’attualità del suo messaggio. Perciò, andando al di là di una breve commemorazione di un maestro zen di grande seguito, non posso che evidenziare la consueta profetica scrittura del monaco trappista, Thomas Merton.
(leggi tutto il saggio di Annunziata Candida Fusco) |
"Solo quando non c’è più né concentrazione né meditazione puoi arrivare a conoscere il Dao. Solo quando non abiti in alcun luogo e non pratichi alcunché puoi trovare riposo nel Dao. Solo quando non segui alcuna via e non hai alcun metodo puoi arrivare al Dao.” A patto di non interpretare queste parole nei termini di una dichiarazione di scetticismo estremo, credo che sia difficile trovare in qualsiasi altro testo una formulazione più rigorosa e coerente della Via Apofatica. Riusciamo a stare davvero con questo Assoluto di Silenzio? (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Alla domanda dell’amico Schlik, se i colori fossero qualcosa di logico o di empirico, facendo l’esempio del tale rinchiuso nella stanza rossa in grado di vedere solo il rosso, Ludwig Wittgenstein rispose: «Se qualcuno non esce mai dalla sua camera, sa tuttavia che lo spazio continua, che esiste cioè la possibilità di uscire dalla camera (avesse pure le pareti di diamante), non è quindi un’esperienza: è insito nella sintassi dello spazio, a priori». (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Tutti vogliono avere successo; siamo considerati di successo quando le cose vanno proprio nel modo in cui noi desideriamo. Quindi, fallire significa che le cose sono andate proprio nel modo in cui non volevamo. E allora? Pema Chodron si chiede dunque: Come affrontare il fallimento? Come fallire? E poi, come arrivare a “fallire meglio”? (leggi tutto il saggio di Annunziata Candida Fusco) |
Il nucleo centrale dell’argomentazione filosofica di Malebranche potrebbe essere sintetizzato e presentato in questo modo anche al lettore non versato nelle questioni filosofiche: come potrebbero gli esseri umani muovere anche solo un braccio se non sanno precisamente neppure che cosa si debba fare per muovere un dito? Solo Dio stesso può essere la causa reale del movimento del nostro braccio che avviene in occasione dell’esprimersi dell’atto della nostra volontà. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Il Taccuino di Jiddu Krishnamurti è frutto di una scrittura giornaliera che segue sempre il medesimo andamento: esprimendosi sempre in terza persona, l’uomo inizia solo con osservare tutto quanto lo circonda, qui e ora, senza esprimere nessun giudizio, ma con una immedesimazione assoluta che testimoniano una perfetta armonia con la Natura in cui si trova immerso; improvvisamente, egli passa ad esprimere qualche riflessione, qualche contenuto che potremmo anche considerare filosofico o sapienziale, con assoluta naturalezza, seguendo il filo segreto di un pensare intimo e libero da ogni schema. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Charlotte Joko Beck per un verso ci aiuta a vivere lo Zen nel quotidiano; per l’altro ci porta per mano nelle nostre psicosi, ossessioni, fissazioni, facendoci esplorare la mente e guidandoci verso la luce. Ma ci ricorda sempre che essere illuminati, in fondo, non è niente di speciale. (leggi tutto il saggio di Annunziata Candida Fusco) |
Ho letto e frequentato tanti poeti nel corso degli anni, ma Bashō per me non rappresenta solo un poeta importante tra gli altri, è la Poesia. Oggi il lettore interessato dispone di numerose traduzioni e di valide bibliografie intorno a questo poeta, ma un tempo non era così. Del tutto casualmente venni in possesso di un libricino oggi pressoché introvabile: Poesie di Bashō nella collana La Meridiana, stampato a Firenze nel 1944. Fu un satori. Fu l’inizio. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Ezra Bayda (Atlantic City, 1944) dopo avere praticato secondo la tradizione di Gurdgjief, nel 1978 si avvicina allo Zen, seguendo Taizan Maizumi roshi (insegnante Zen che ha combinato gli insegnamenti Soto e Rinzai) e Jakusho Kwong roshi (scuola Soto). Nel 1992 diventa discepolo di Charlotte Joko Beck, da cui riceve la trasmissione del Dharma nel 1998 presso lo Zen Center di San Diego, dove ha continuato ad insegnare fino al 2019. (leggi tutto il saggio di Annunziata Candida Fusco) |
Il De rerum natura di Lucrezio rientra nel filone epico-didascalico, in cui tradizionalmente le opere venivano composte nel numero di sei libri o multipli di sei. Benché lo stato delle ricerche non permetta attualmente di escludere nessuna ipotesi, opterei per una scelta deliberata, per una estrema volontà di testimoniare, fino il fondo, la natura irrisolta e irresolubile del Mistero che avvolge la Realtà. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |
Il Chuang-tzu è probabilmente il testo mistico al quale amo di più tornare: l’ho letto e riletto, come bisognerebbe fare per ogni grande classico in epoche differenti della vita e, ogni volta, si rivela come una scoperta e un’avventura inesauribile. (leggi tutto il saggio di Sergio Gandini) |