Letture
Creatio continua. Tempo ed Eternità.
Leggendo Raimon Panikkar La pratica della preghiera trasforma la nostra esperienza del tempo. Entriamo, grazie ad essa, in contatto con la struttura profonda e sottile della realtà. Il cosmo, il mondo, la realtà in cui viviamo si rivelano creatio continua, continuo evento di creazione di cui siamo partecipi. |
La stessa creazione continua, vista non da punto di vista cosmico ma dal punto di vista divino, per così dire, si mostra come incarnazione continua, continuo farsi temporale dell’eterno.
La preghiera è anche esperienza della tempiternità, presenza dell’eterno nel temporale.
Nel romanzo Momo (1973) Michael Ende cerca di evocare questa particolare esperienza del tempo e della realtà. Momo, la bambina protagonista del romanzo, fuggendo dal tempo inautentico proprio della società industriale fondata sul culto dell’orologio e sul mito della macchina, ha un’esperienza rivelatrice della struttura profonda della realtà attraverso l’incontro con Mastro Hora. Mastro Hora, questa figura del divino, le mostra l’accadere della tempiternità: ogni momento che viviamo è un’orafiore, compiuta in sé, che affiora, sboccia e sfiorisce e a cui segue un’altra orafiore di maggior intensità e bellezza.
Di fronte agli occhi di Momo si mostra lo spettacolo del sorgere della realtà temporale: un pendolo cosmico oscilla lentamente su acque scure la cui superficie è illuminata da un fascio di luce; dal tocco tra pendolo luminoso e specchio d’acqua scura emerge una gemma che sboccia in fiore e si dissolve poi nelle acque sottostanti, l’orafiore. Nel suo sbocciare l’orafiore suscita una meraviglia indicibile, nel suo sfiorire una nostalgia insopportabile; dopo un’orafiore ne sorge sempre un’altra totalmente diversa e ancor più meravigliosa.
L’orafiore, la tempiternità, sono il tempo pieno della preghiera sentito nel cuore.
La Creazione continua, l’incarnazione continua, la tempiternità sono anche continue occasioni di sperimentare, come esseri umani e come singoli, una possibile resurrezione qui ed ora. La resurrezione per noi possibile nel qui ed ora come uomini sono il nostro pieno Sì a Dio (Fiat!) che ci radica nella fede e l’esperienza di esse Figli di Dio, sentito ed invocato, nell’intimità dello Spirito, come Padre (Abbà).
Panikkar cercherà di evocare questa esperienza della realtà e del tempo nelle sue opere. La tempiternità è un accadere ritmico dell’eternità nel tempo. Dal punto di vista divino incarnatio continua, da punto di vista cosmico creatio continua, dal punto di vista umano resurretio continua.
Anche la quotidiana esperienza del battito del cuore non è slegata dalla possibilità di fare esperienza di questa particolare temporalità, di un tempo che non va da nessuna parte ed è compiuto e pieno nel momento, seppur in divenire; nell’esperienza della creazione continua e tempiterna i battiti del cuore si trasfigurano nella sistole e nella diastole della realtà stessa.
Questo tempo ritmico è anche esperienza della perichoresis, della partecipazione alla danza trinitaria, alla dinamica della realtà, in grazia dello Spirito. Questa l’esperienza possibile, intensa e pulsante della realtà nella preghiera; la Parola di Dio si incarna nel Cuore e l’uomo di preghiera viene resuscitato alla Vita Infinita.
L’esperienza della creatio continua è anche l’esperienza del gioco contemplativo, qui il movimento vitale dell’artista assorto nel suo atto creativo dialoga con la realtà ricreandola a partire dalla propria opera, aprendo una porta ad una nuova visione del reale. L’ascolto di un’improvvisazione jazz; l’ascolto meditativo del Trio di Bill Evans, inventore dell’Interplay, ad esempio, potrebbe essere un modo per accedere ad un tempo nuovo in cui le dimensioni, distinte ma non separate, della realtà “improvvisano” l’accadere della realtà stessa.
Per approfondire:
Raimon Panikkar, La pienezza dell’uomo. Una cristofania, Milano, Jaca Book, 2003.
Raimon Panikkar, La gioia pasquale, la presenza di Dio e Maria, Milano, Jaca Book, 2007.
Michael Ende, Momo, Milano, Longanesi, 1984.
(Lapo Chittaro)
La preghiera è anche esperienza della tempiternità, presenza dell’eterno nel temporale.
Nel romanzo Momo (1973) Michael Ende cerca di evocare questa particolare esperienza del tempo e della realtà. Momo, la bambina protagonista del romanzo, fuggendo dal tempo inautentico proprio della società industriale fondata sul culto dell’orologio e sul mito della macchina, ha un’esperienza rivelatrice della struttura profonda della realtà attraverso l’incontro con Mastro Hora. Mastro Hora, questa figura del divino, le mostra l’accadere della tempiternità: ogni momento che viviamo è un’orafiore, compiuta in sé, che affiora, sboccia e sfiorisce e a cui segue un’altra orafiore di maggior intensità e bellezza.
Di fronte agli occhi di Momo si mostra lo spettacolo del sorgere della realtà temporale: un pendolo cosmico oscilla lentamente su acque scure la cui superficie è illuminata da un fascio di luce; dal tocco tra pendolo luminoso e specchio d’acqua scura emerge una gemma che sboccia in fiore e si dissolve poi nelle acque sottostanti, l’orafiore. Nel suo sbocciare l’orafiore suscita una meraviglia indicibile, nel suo sfiorire una nostalgia insopportabile; dopo un’orafiore ne sorge sempre un’altra totalmente diversa e ancor più meravigliosa.
L’orafiore, la tempiternità, sono il tempo pieno della preghiera sentito nel cuore.
La Creazione continua, l’incarnazione continua, la tempiternità sono anche continue occasioni di sperimentare, come esseri umani e come singoli, una possibile resurrezione qui ed ora. La resurrezione per noi possibile nel qui ed ora come uomini sono il nostro pieno Sì a Dio (Fiat!) che ci radica nella fede e l’esperienza di esse Figli di Dio, sentito ed invocato, nell’intimità dello Spirito, come Padre (Abbà).
Panikkar cercherà di evocare questa esperienza della realtà e del tempo nelle sue opere. La tempiternità è un accadere ritmico dell’eternità nel tempo. Dal punto di vista divino incarnatio continua, da punto di vista cosmico creatio continua, dal punto di vista umano resurretio continua.
Anche la quotidiana esperienza del battito del cuore non è slegata dalla possibilità di fare esperienza di questa particolare temporalità, di un tempo che non va da nessuna parte ed è compiuto e pieno nel momento, seppur in divenire; nell’esperienza della creazione continua e tempiterna i battiti del cuore si trasfigurano nella sistole e nella diastole della realtà stessa.
Questo tempo ritmico è anche esperienza della perichoresis, della partecipazione alla danza trinitaria, alla dinamica della realtà, in grazia dello Spirito. Questa l’esperienza possibile, intensa e pulsante della realtà nella preghiera; la Parola di Dio si incarna nel Cuore e l’uomo di preghiera viene resuscitato alla Vita Infinita.
L’esperienza della creatio continua è anche l’esperienza del gioco contemplativo, qui il movimento vitale dell’artista assorto nel suo atto creativo dialoga con la realtà ricreandola a partire dalla propria opera, aprendo una porta ad una nuova visione del reale. L’ascolto di un’improvvisazione jazz; l’ascolto meditativo del Trio di Bill Evans, inventore dell’Interplay, ad esempio, potrebbe essere un modo per accedere ad un tempo nuovo in cui le dimensioni, distinte ma non separate, della realtà “improvvisano” l’accadere della realtà stessa.
Per approfondire:
Raimon Panikkar, La pienezza dell’uomo. Una cristofania, Milano, Jaca Book, 2003.
Raimon Panikkar, La gioia pasquale, la presenza di Dio e Maria, Milano, Jaca Book, 2007.
Michael Ende, Momo, Milano, Longanesi, 1984.
(Lapo Chittaro)